Per gli abitanti di Jerzu la vigna è cultura, tradizione, orgoglio e disonore se non gestita correttamente. Il grande vino di sardegna è un emblema.
Il vitigno cannonau ha trovato nei sistemi metamorfici e nel mesoclima locale le condizioni ideali per la massima espressione qualitativa, favorita anche dalla selezione di un biotipo denominato “Jerzu”, identificabile risPetto alle altre espressioni nazionali ed europee di questo vitigno. Interessante sottolineare che l’effetto annata sulla qualità dell’uva è inferiore rispetto ad altre realtà produttive, con una qualità sempre su alti livelli. Il clima con alte temperature e scarse precipitazioni è su un livello ottimale per il cannonau di Jerzu. Completa questo quadro un paesaggio che crea anch’esso identità e attrazione.
L’area vitivinicola denominata Jerzu, nel settore orientale della provincia dell’Ogliastra, all’interno della Valle del Rio de Quirra, si articola in due settori, uno più settentrionale, fra i centri abitati di Jerzu, Loceri e Cardedu, e uno più meridionale al limite del territorio provinciale. Nell’ambito del territorio italiano, la regione sarda rappresenta un’area dalla storia geologica a sé stante, caratterizzata da rocce che testimoniano epoche geologiche che nel resto del territorio italiano, più giovane geologicamente, non trovano equivalenti, se non in alcune espressioni plutoniche portate in superficie dall’orogenesi alpina avvenuta negli ultimi 60 milioni di anni (per esempio il Monte Bianco).
Il settore orientale della Sardegna, e in particolare il territorio di Jerzu, è caratterizzato da rocce paleozoiche (circa 300 milioni di anni fa) che rappresentano la porzione più profonda dell’antica Catena Ercinica, che alla fine del Carbonifero ha coinvolto Spagna, Francia e Germania. A quell’epoca l’attuale area mediterranea, compresa l’Italia, era sommersa dalle acque della Tetide. L’area di Jerzu è caratterizzata per lo più da grandi masse granitiche intruse all’interno di originari corpi sedimentari torbiditici paleozoici di natura arenaceo-argillosa, ed estesi corpi vulcanici anch’essi deformati dall’orogenesi ercinica e, successivamente, interessati da intrusioni filoniane. Avendo subìto una trasformazione metamorfica durante le fasi di costruzione della antica Catena Ercinica, i corpi sedimentari sono oggi rappresentati da complessi metamorfici di medio-basso grado.
Il Cannonau, come molti vitigni antichi a larga diffusione, presenta diverse denominazioni a seconda dei Paesi dove è coltivato. Queste sinonimie sono state accertate solo molto recentemente attraverso l’impiego di marcatori molecolari del Dna. Infatti il Cannonau della Sardegna è il Grenache coltivato in Francia meridionale, la Garnacha della Navarra e della Rioja, il Tocai rosso del vicentino e il falso Garnay del Trasimeno. Anche se sembra che il vitigno sia originario della Sardegna, in quanto le prime citazioni (1459) della sua coltivazione sull ’isola sono anteriori di circa duecento anni (1734) rispetto a quelle più antiche della Spagna, è sul Grenache che è possibile sviluppare un’analisi sull’origine del vitigno e del relativo nome. In epoca classica sia greca che romana le denominazioni dei vitigni e dei vini erano spesso legate al luogo da dove provenivano. Un precedente importante: nel 1612 un vino Cannonau, per la
sua notorietà e qualità, viene inviato a re Filippo I di Spagna. Questo potrebbe far supporre che il vitigno cannonau grande vino rosso della sardegna e quindi diffuso attraverso gli spagnoli in Navarra e in Catalogna.
In Spagna il vitigno si diffonde in molte regioni viticole, dove viene chiamato con vari sinonimi quali Grenede, Lladoner (=acino piccolo), Tinta menuda, Aragonas ecc.
Pur essendo facilmente riconoscibile per le sue caratteristiche ampelografiche (tralci eretti di colore giallo chiaro, foglie di forma quasi intera di colore verde chiaro, lucide e glabre in pagina inferiore, con nervature molto rilevate) presenta una certa variabilità intravarietale come il colore della bacca (Grenache nero, grigio, rosé, violetto detto anche Silla rosé, bianco) e la tomentosità della foglia in pagina inferiore (Garnacha peluda o Grenache tomentoso).