Il lusso esibito sui social dai calciatori

Fuori dal calcio sognato, da quello giocato, dall’adrenalina dei risultati di newcalcio,  dai bambini in strada, un po’ il dark side del calcio moderno, che annulla romanticismo e voglia di accendere la tv per guardare i verdi campi.  E’ uno di quei temi destinato a far polemica a lungo termine. A tratti intermittente, oscillante tra lo shit storm e la calma apparente. Ma ogni volta che succede , dai salotti televisivi alle tastiere patologiche, dai giornali ai siti dedicati al mondo del calcio, un’unica domanda si pone: è giusta l’ostentazione della ricchezza dei calciatori sui social?

Instagram tra i primi colpevoli

Proprio il famoso social è sotto accusa per le fanpage o i profili ufficiali dei giocatori che mostrano orgogliosamente i propri averi al mondo di noi comuni mortali. E più volte, nelle pause della nostra quotidianità, afferrando il telefono e scorrendo le immagini social ci siamo imbattuti in foto di vacanze in paradisi terrestri, ancora ci siamo imbattuti in Lamborghini da 150 mila euro o in orologi al polso da valere più di tutta la nostra casa e quello che c’è dentro! Tanti sulla gogna, da Icardi a Ronaldo, per un comportamento beffardo,  offensivo nei confronti del proprio pubblico che forse si sogna una vita simile ma a conti con la realtà non può e non deve vedere la propria dignità calpestata proprio come i campi di gioco.

Ma è giusto o sbagliato?

Ai posteri l’ardua sentenza. In effetti non è facile far convivere un certo stile di vita con una visione etica e morale del proprio lavoro. Non è giusto a priori ostentare una certa fortuna avuta praticando uno sport, figuriamoci vantarsi tra i “normal people”. Si tratta di una questione di delicatezza nei confronti di chi il calcio lo vive, dallo stadio, al panino, al biglietto, alle file, agli scontri, ai viaggi estenuanti, a chi lo guarda in tv. In pratica è un atteggiamento ingiusto per chi il calcio lo ama e per chi non dimentica che alla fine, si tratta comunque di un gioco. Forse, si, forse è sbagliato.