Prima che arrivasse internet, come facevamo a cercare una ricetta, a preparare un piatto o a trovare un ristorante? Sembrerà strano, eppure siamo sopravvissuti a questo dramma, oggi, invece, sembra che senza l’accesso al web, non si possa mangiare, come mai?
Cos’è cambiato in cucina con internet?
Se da una parte l’avvento di internet ha stimolato l’emersione di passioni e capacità nascoste, dall’altra ha abbassato notevolmente la cultura gastronomica. Oggi giorno, a partire dal mondo televisivo, si viene bombardati costantemente da programmi legati al cibo. Esistono dei canali tematici dove tutti, ma proprio tutti, si lanciano raccontandoti come preparano questo, quello o quell’altro. Proprio da questa sovrapproduzione di programmi gastronomici, si è arrivati alla diffusione del cibo in tutte le sue forme. Ci si riprende mentre si sta preparando un’insalata, ci si mette a tavola e non si tocca boccone prima di aver ripreso tutti i piatti in ogni particolare (pena far congelare le portate), si sceglie un ristorante solo in base alle foto.
La cucina non è più esaltazione di gusto e olfatto, ma è diventata attrazione e stimolazione visiva. I Social Media sono sicuramente strumenti validi ma devono essere usati nel migliore dei modi. L’immagine è narrazione, può dire tante cose ma, non tutto. Faccio un esempio semplicissimo, quasi banale: la fotografia non trasmette il profumo! Sembra una cosa assurda, ma il profumo di un piatto ti dice molto di più di un’immagine. Un piatto accurato, realizzato con originalità è indubbiamente piacevole da vedere, ma uno scatto non può raccontare quali ingredienti sono stati usati, se erano freschi, se erano giusti. Il cibo, fino all’avvento di internet, stimolava gusto, olfatto, in alcuni casi, anche tatto. Il web deve interagire con tutto questo e aggiunger e un nuovo senso, quello visivo, ma non deve essere esclusivo, deve creare una coalizione con tutto il resto per riportare la cucina alla sua forma reale.